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CONCENTRAZIONE E POCHE PAROLE: LA RICETTA DI CUMINO

CONCENTRAZIONE E POCHE PAROLE: LA RICETTA DI CUMINO

«Meno si parla, meglio è. Questa è la mia massima». Non forse il modo migliore per iniziare un'intervista quello di Maurizio Comino. Che poi sorride: «Intendo che sono per il “parlare poco e lavorare tanto”, cercando di mantenere un buon livello di positività e allegria». Meglio. Il preparatore dei portieri si “scioglie” in fretta. Perchè anche lui, come tutti coloro che fanno parte della grande famiglia della Futsal, ha voglia di parlare. Di questa classifica, di questa stagione, di questa società. Lui che ogni settimana si prende cura della crescita dei “suoi” portieri, Luca Cardillo e Nicolò Montecchiani.

Cosa non può mancare a un portiere di calcio a 5?
«La concentrazione, che io ritengo uno degli elementi fondamentali per praticare questo sport: abbiamo poco tempo per allenarci e, al di là dei classici esercizi, ho scelto di lavorare molto su questo aspetto. A volte può capitare che la partita porti il portiere a essere poco impegnato, con conseguente rischio di rilassamento psicofisico dello stesso: è importante che i ragazzi imparino a rimanere sempre “sul pezzo”, sempre reattivi, per l'intera durata della gara».

Quanto conta il ruolo del portiere nel calcio a 5?
«Sembra facile dire “molto”, ma è quello che penso davvero. Un buon portiere conta tantissimo, può fare la differenza».

E allora parliamo dei “tuoi” portieri, a partire da Luca Cardillo.
«Credo sia il più forte della categoria e non lo dico perchè è uno dei nostri: in questi due anni di lavoro con lui è cresciuto in maniera esponenziale. Luca rappresenta un po' una mia scommessa, nel senso che vorrei vederlo alle prese con un campionato di serie B, perchè secondo me in questa categoria è un po' “sprecato” e sono certo che non patirebbe il “salto”. E poi perchè se lo merita».

Quali sono i suoi punti di forza?
«É molto freddo o almeno questa è sempre quello che dimostra. Ha una buona dose di reattività e sta riuscendo, piano piano, a rimanere concentrato per tutta la partita. É stato bravo ad assimilare quelle due o tre (modeste) nozioni che gli ho dato da quando lo conosco, ha imparato, ha assorbito tutto. Ed è sempre molto bravo a intuire le azioni avversarie nelle uscite».

E di Montecchiani?
«Apprezzo molto la sua determinazione, la sua voglia di imparare. Deve ancora un po' scrollarsi di dosso alcune criticità tipiche del calcio a 11 da cui proviene, alcuni modi di muoversi che derivano dalla sua esperienza precedente. Lui è forte fisicamente, è coraggioso e impara molto velocemente». Chiederti un commento sul tecnico sarebbe superfluo, dopo oltre 15 anni di collaborazione: «A volte basta uno sguardo per capirsi, anche durante la gara. Non servono troppe parole». Appunto.

Chi ti ha colpito tra i nuovi volti?
«Parlare di Piazza sarebbe troppo facile, anche se sono rimasto particolarmente colpito soprattutto da Delija: è un po' come me, parla poco, lavora molto. É umile, ma il suo contributo è sempre importante. “Vale tanto oro quanto pesa”».

C'eri lo scorso anno, quando gli obiettivi erano alti e i risultati furono al di sotto delle aspettative.
Ci sei quest'anno, dove pare che la prospettiva si sia del tutto capovolta. Che cosa è cambiato?

«Sono dinamiche difficili da comprendere, ma credo che siano stati effettuati innesti umili e seri che hanno permesso la creazione di un'alchimia speciale nello spogliatoio. Nuovi innesti che si sono inseriti alla perfezione in un tessuto già consolidato».

Lo chiedo a tutti, tocca anche a te. La Futsal vince questo campionato se...
«Se rimaniamo noi stessi e se manteniamo la consapevolezza di essere squadra forte, dotata di ottimi mezzi. Come tutti, anche io ho il grande desiderio di vincere questo campionato e ci terrei a contribuire a questo storico traguardo per regalare una gioia al presidente e a tutta la dirigenza. Ho vissuto in tante società, ma credo che sia la prima volta in tanti anni che mi capiti di affezionarmi».
Lavora molto, è vero. Ma quando si tratta di Futsal viene anche a lui voglia di parlare. E come dargli torto.

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