Sabato dopo sabato. Avversario dopo avversario. Preparare una partita per volta. Rimanere
concentrati e sereni. Lo ripete da settimane e non potrebbe essere altrimenti. Lo ripete perché ci
crede, fermamente. Perché è questo l’unico modo per arrivare al prossimo 7 aprile davanti a tutti.
Pier Luigi Gotta è un tecnico consapevole, concreto, anche un po’ “sorpreso”: «Questa squadra
continua a lasciarmi senza parole: l’ultima settimana è stata molto positiva, il gruppo si allena alla
grande e ha raggiunto il top della forma. Mi sorprendono, è vero, perché sono sereni e tranquilli,
aspettano il prossimo impegno senza fretta, seppur allo stesso tempo non vedano l’ora che sia
sabato per scendere in campo».
Questa volta toccherà allo Sporting Rosta, atteso al “Palagiolitti” domani (fischio d’inizio ore
16.30): una squadra che, dopo l’exploit dell’Olympic nelle ultime due settimane, si deve guardare
alle spalle per provare a tenere lontano l’ultimo posto, ora distante solo quattro punti: «Il Rosta
verrà a Savigliano per difendersi, ha un allenatore esperto che conosce bene la categoria e sono
certo che i ragazzi venderanno cara la pelle – aggiunge Gotta –: noi dovremo affrontare la partita
con il massimo rispetto per l’avversario, come d’altronde facciamo dalla primissima giornata di
campionato».
Non vuole “svegliarsi da questo sogno”, per questo continua a tenere alte tensione e
concentrazione, certamente aiutato dall’ultima prestazione in casa dei Bassotti: «La gara di sabato
ha dato un segnale forte in primis a noi, è stata una notevole iniezione di fiducia».
Perché, in fondo, passa tutto da lì: questa squadra deve affrontare queste ultime cinque giornate
con consapevolezza e serenità, ricordando da dove è partita e ricordando che sono gli altri «a
doversi “occupare” dei nostri risultati, noi dobbiamo pensare solo a vincere e semmai, nel post
gara, chiedere come siano andate le altre gare. Il tutto, con la giusta e necessaria fame
agonistica».
Per questo ha chiesto ai ragazzi «testa e cuore per questo finale di campionato, testa perché
dobbiamo gestire, cuore perché dobbiamo andare oltre». Partita dopo partita, avversario dopo
avversario. Sabato dopo sabato. Da ripetere, ancora cinque volte. E senza farsi “schiacciare” dal
peso delle aspettative.