É una sorta di unicum nella brillante carriera di Pierluigi Gotta: dopo la convincente vittoria di sabato
contro I Bassotti, il tecnico ha deciso di concedere una giornata di riposo ai ragazzi. Niente allenamento
martedì, «la squadra aveva bisogno di ricaricare le batterie, insieme al mio staff tecnico ho ritenuto
opportuno, dopo la battaglia di sabato, concedere loro un po' di riposo in più: è dal 23 agosto che questo
gruppo non ha un attimo di respiro, ci è sembrato doveroso. Una scelta che, in realtà, avevamo già assunto
prima della gara e, quindi, indipendentemente dal risultato. E che si è rivelata vincente».
Perchè al “rientro”, ieri sera, Gotta ha trovato di fronte a sé ragazzzi «motivati, belli sul pezzo,
esattamente come li avevo lasciati sabato al fischio finale della gara al Palagiolitti. Anche se, devo
ammettere, in questi giorni mi sono un po' mancati».
Perchè quella chimica di cui parlava solo qualche giorno fa aumenta giorno dopo giorno, così come la
voglia di fare gruppo, di crescere sotto il profilo del gioco, ma anche dell'essere squadra. E poi certo, la
classifica aiuta, quel punteggio pieno dopo sei giornate va oltre ogni più rosea aspettativa, «ma noi la
classifica non la guardiamo».
Anche perchè potrebbe trarre in inganno in vista della trasferta con lo Sporting Rosta di domani: «Un
avversario che va rispettato, una società che ha alle spalle tanti anni in questa disciplina, una realtà
blasonata guidata da un presidente storico nel panorama piemontese del calcio a 5: sarà una gara piena di
insidie, su un campo grande a cui non siamo abituati. L'assenza di tre giocatori importanti per loro non
renderà certo questo impegno una passeggiata. Dovremo essere molto bravi a non sbagliare l'approccio e
a mantenere quella promessa che ci siamo fatti a inizio stagione: fare un percorso di costante crescita e,
alla fine, vedere dove ci porterà».
Una trasferta, quella di domani, che per il tecnico avrà un valore doppio, «a Rosta ho vissuto 27 mesi
della mia “seconda vita”, quella che ho dedicato al calcio a 5. Per me è sempre una forte emozione tornare
lì».
Un motivo in più, per capitan Simone Gerbaudo e compagni, per fargli vivere al meglio questo “ritorno”.
E per continuare quella marcia fino a questo momento trionfale.